I dolci di carnevale tipici della tradizione siciliana

In Sicilia, come ci piace ripetere sempre, ogni festività ha il suo sapore. Ogni ricorrenza, infatti, si impone nella mente di ciascun siciliano con un protocollo rigoroso e preciso di manifestazioni storico-folcloristiche e dolci tipici. È un rituale magico che si ripete ogni anno, un binomio inscindibile, un “circolo vizioso” irrinunciabile. Anche nel periodo di Carnevale, quindi, non possono mancare i tradizionali dolci siciliani. Neanche la pandemia di Covid-19, che da circa un anno ha bloccato la vita rituale e folcloristica isolana, difatti, è riuscita a smorzare la voglia di leccornie dei siciliani, che da secoli si trascinano dietro tradizioni culinarie di cui vanno fieri, ma soprattutto ghiotti.

Quali sono i più comuni dolci di Carnevale siciliani?

I dolci siciliani più comuni a carnevale sono: le cassatelle, le chiacchiere, il cartoccio, la pignolata, le sfinci, le crispelle di riso e la pasta siringata. Per tutto il periodo di Carnevale nel nostro Panificio prepariamo queste leccornie, tutte a base di farina e frittura!

Ve le presentiamo ad uno ad uno.

Le cassatelle “i cassateddi” sono dolci ripieni di ricotta, tipici della gastronomia siciliana. Erano conosciute già nel 1700 nella cittadina di Calatafimi Segesta, dove presumibilmente hanno avuto origine, per poi diffondersi in tutta l’isola. Oggi sono presenti nella lista del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali che li identifica come Prodotto Agroalimentare Tradizionale d’Italia. Sono una sorta di grandi ravioli dolci, al cui interno vi è un impasto di ricotta, zucchero e un pizzico di cannella, che vengono fritte per immersione nell’olio bollente.

Friabili, dorate, con una spolverata abbondante di zucchero a velo: le chiacchiere “i chiacchiri” sono il dolce di carnevale per antonomasia, chi non le conosce? Secondo gli storici l’origine delle chiacchiere risale all’epoca romana; in quel periodo venivano fatti dei dolcetti a base di uova e farina chiamati “frictilia”, che venivano fritti nel grasso del maiale, e preparati dalle donne romane per festeggiare i Saturnali (festività che corrisponde al nostro Carnevale). Oggi sono conosciute con svariati nomi nelle diverse regioni italiane.

Realizzata inizialmente nei comuni della ex contea di Modica, la pignoccata “a pagnuccata” è diffusa ormai anche nel resto di Sicilia e d’Italia sotto altri nomi. Ha una consistenza dura di primo acchito ma morbida una volta affondati i denti. Si tratta di irresistibili palline di impasto di dimensioni più o meno uguali, fritte nell’olio bollente e decorate con una cascata di miele e codette colorate di zucchero. Sono come le ciliegie, una tira l’altra!

Il cartoccio, chiamato anche Macallè, ha origini che risalgono al 1600. Si tratta di un dolce fritto, farcito con ricotta zuccherata, ma anche con crema pasticciera, tipico di Palermo ma comunemente prodotto in tutta la Sicilia. Ha una forma a spirale arrotondata, passata nello zucchero e dolcemente farcita. Si può trovare nei bar e nelle pasticcerie siciliane quasi tutto l’anno, sia nella sua versione dolce che nella sua versione salata. È una vera e propria bomba di gusto.

Le crispelle di riso catanesi o “zeppole di riso”, sono una delle tante versioni di frittelle che si usano fare in Sicilia. Inventate dalle monache del Monastero dei Benedettini di Catania nel XVI secolo e per questo chiamate anche “crespelle di riso benedettine”, queste deliziose frittelle di riso aromatizzate all’arancia e cosparse di miele, rientravano fra i tanti dolci che si preparavano per la Festa di San Giuseppe il 19 marzo. Oggi, a causa della loro bontà e semplicità di preparazione, le crispelle di riso sono diffusissime quasi tutto l’anno (finché non fa troppo caldo) nel catanese.

Le sfinci “i sfingi” sono un delizioso dolce siciliano, un trionfo di sapori e una meraviglia per gli occhi. Il nome sfincia significa “spugna” (latino “spongia”) e deriva dall’arabo “isfang“. Si tratta di una grossa e voluminosa frittella, arricchita tradizionalmente con crema di ricotta e attualmente anche con crema al pistacchio e al cioccolato. A quanto pare la loro origine è da rintracciare in dolci arabi o persiani fritti nell’olio. A trasformare questa semplice frittella in un dolce, con l’aggiunta della ricotta, furono le suore del monastero delle Stimmate di San Francesco, che si trovava anticamente in piazza delle Stigmate, a Palermo.

Infine, la pasta siringata un dolce tipico proprio del Paese in cui viviamo ogni giorno e in cui si trova il nostro panificio: Barrafranca. Si tratta di un dolce molto povero, fatto con farina, acqua, uova, zucchero, strutto e miele il cui nome deriva proprio dalla tecnica usata per realizzarlo. Si tratta di un dolce dalla bontà indescrivibile, che per essere pienamente apprezzato deve essere consumato appena pronto o comunque a distanza di poche ore dalla sua preparazione. Ha una forma ad ovale spigoloso (immaginate un churros molto molto più grande) e ha un rivestimento di zucchero tutta intorno, che mette a dura prova anche i più golosi.

In questo articolo ci siamo divertiti ad elencare tutti i dolci tipici siciliani che ci deliziamo a preparare durante il periodo di Carnevale. Ovviamente la Sicilia, pur essendo un piccolo triangolo di terra circondato dal mare al centro del Mediterraneo, racchiude in sé, anche a seguito delle sue numerosissime dominazioni, tante ricette e tradizioni culinarie, diverse da paese in paese.

Se conosci qualche altro dolce siciliano tipico del Carnevale che non abbiamo menzionato, faccelo sapere! Siamo sempre alla ricerca dell’autentica tradizione dolciaria siciliana.